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VENERDI' 28 GENNAIO 2005
ANNETTE PEACOCK - Special performance

 

Se a qualche giovane ascoltatore d'oggi questo nome può evocare solo un oramai lontano legame con l'ex-marito Gary - celebre contrabbassista, da molti anni star alla corte di Keith Jarrett - a coloro che hanno vissuto il movimento, i suoni e le forti sensazioni della musica improvvisata, dalla

seconda metà degli anni '60 in poi, non potrà sfuggire questa occasione storica, visto che da anni questa straordinaria artista centellina con grande parsimonia le sue apparizioni in pubblico.

Passata per l'Italia in un paio di recondite occasioni negli anni '80 (uniche apparizioni dalla lontana e dirompente tournée del 1972 con l'allora marito Paul Bley ed il loro fragoroso "Synthesizer Show"), questa compositrice, cantante, pianista, poetessa e performer si esibirà in Italia in cinque storici appuntamenti assolutamente irripetibili.

Straordinario personaggio, Annette Peacock nella sua lunga carriera è stata capace di mettere insieme in un unicum artistico travolgente le più diverse collaborazioni e frequentazioni: da Timothy Leary a Charlie Mingus, da Allen Ginsberg ad Albert Ayler a LeRoi Jones, da Michael Snow a Robert Moog, da Salvator Dalì a David Bowie a Brian Eno, da Stockhausen a Robert Wyatt.

Il breve tour italiano consentirà agli appassionati di ripercorrere le tappe di una carriera discografica troppo riposta nelle pieghe di un "non-mercato" discografico spesso ai margini dei circuiti commerciali e di conseguenza fisiologicamente fuori catalogo, in attesa di una nuova imminente uscita in edizione limitata sulla sua etichetta Ironicrecords US (il pubblico italiano avrà l'opportunità di prenotare direttamente il disco a margine dei concerti stessi).

In cantiere è annunciato anche un nuovo progetto per l'ECM di Manfred Eicher. Progetto che certamente potrà rinverdire i fasti del magnifico An Acrobat's Heart del 2000, che l'aveva riportata a galla dopo dodici anni di silenzio. Anni sabbatici in cui la sua principale occupazione era stata quella di comporre e di far crescere la seconda figlia, allora adolescente, in un'ennesima, fatalistica dimostrazione di quanto i sentimenti per questo monumentale talento siano il vero motore del suo essere artista. ...

Intanto a MusicaContinua l'esclusiva performance live e di ascolti selezionati e ragionati con l'Autrice dalla sua discografia.

 

UNA BIOGRAFIA
(a cura di Mauro Stocco)

Originaria di Brooklyn (New York) ma cresciuta nella California del Sud quasi vicino al Messico, a contatto con la lingua francese e soprattutto spagnola (particolare che giustifica la padronanza di certe sue performance negli anni a seguire), Annette Peacock inizia fin dall'età di cinque anni la sua avventura con la musica, approfittando del pianoforte incustodito nelle molte sere in cui sua madre, musicista classica, era fuori di casa per lavoro. Donna di raffinata intelligenza e di precoce, multiforme talento - compone musica, danza, scrive poesie e recita - si diploma due anni in anticipo e, sul punto di essere ingaggiata dalla United Artists, abbandona Los Angeles ed una potenziale carriera come attrice entrando in contatto con l'ex-professore di Harvard Timothy Leary che invita l'allora ventenne Annette a Millbrook, New York, fucina di quella cultura pre- psichedelica che, sviluppatasi subito dopo, costituirà uno dei punti di raccordo del credo giovanile per tutti gli anni '60.

A Millbrook incontra personaggi come Charlie Mingus ed un giovane Allen Ginsberg, ed assorbe dal movimento passioni e stile di vita fino alle estreme conseguenze, al punto da decidere di ripudiarlo.
Precorrendo i tempi, è una dei primi cinque studenti al Kushi Institute of Macrobiotic Study di Boston, divenendo devota interprete di uno stile di vita ligio e morigerato che a tutt'oggi ne caratterizza il modo di essere. Temperamento ribelle, perennemente teso a reinterpretare in chiave originale i fermenti culturali allora in stato embrionale, traducendoli in contenuti artistici di straordinaria raffinatezza e respiro, Annette Peacock diviene amica del musicista Albert Ayler e del poeta LeRoi Jones, profeti e portabandiera della nuova musica e della prima ondata del Black Power che si sviluppa nei loft del Greenwich Village.

Annette si aggrega anzi al gruppo di Ayler, suo mentore e straordinario riferimento artistico, seguendone i tour e sposandone non solo la filosofia ma anche il contrabbassista, il giovane Gary Peacock (da cui Annette erediterà il cognome che userà permanentemente da allora nella vita artistica). Tale è il carisma di Annette che Gary rinuncia addirittura all'opportunità offertagli da una star com'era già allora Miles Davis, che lo voleva nel suo gruppo, per abbracciare senza remore la cosiddetta "New Thing" andando ad incidere con Ayler i vari episodi della epopea ESP: Spiritual Unity, New York Eye and Ear Control, Spirits Rejoice, ecc.
Rotto il rapporto con Gary ed abbandonato il gruppo a metà di un tour europeo, Annette ritorna negli USA e comincia a sviluppare il suo personalissimo stile di free form song che ha dato origine da allora ad un straordinario book di composizioni, inciso da dozzine di artisti della musica improvvisata in centinaia di album. Ed è proprio Paul Bley, pianista dell'allora Jazz Composers' Orchestra guidata da Cecil Taylor, a portare in pubblico per primo tali composizioni e ad impossessarsi con il suo carattere ed il suo stile improvvisativo del talento e della scrittura di Annette - nel frattempo diventata sua compagna - risultandone negli anni probabilmente il principale interprete (fin da Ballads, uscito per l'ECM nel 1967, esclusivamente basato su pagine di Annette e caratterizzato da una emblematica foto nella retro-copertina).
Non abbandonando le sue multiformi frequentazioni (nel '64 collabora con il regista canadese d'avanguardia Michael Snow per la realizzazione di Walking Woman), Annette si concentra però d'ora in poi quasi esclusivamente sulla musica: perenne ancipatrice di nuove tendenze musicali, convince Paul Bley a montare sulla sua station wagon e a andare a conoscere Robert Moog, ideatore del famoso sintetizzatore analogico modulare, facendosene prestare un prototipo che l'allora ormai consolidato binomio Bley-Peacock inizia per primo a portare in tour con l'incredibile "Synthetizer Show" (val la pena di notare che il Moog di allora era pensato per essere aggeggio esclusivamente da studio di registrazione, essendo una sorta di pesantissimo armadio di circa 2.5 x 1.5 metri).
Annette acquisisce con esso una grande familiarità e contribuisce a farlo diventare un vero e proprio strumento (sfruttato in seguito in ambito commerciale con esiti che spesso hanno rasentato il kitsch), utilizzandolo per prima in sala di incisione e filtrando con esso il suono dei fiati, batteria e soprattutto - in modo rivoluzionario - della propria voce. È il '68, e con l'incisione di Revenge per la Polydor - uscito poi nel 1971 - traccia il primo solco di una raffinatissima ma molto parca discografia a proprio nome, subito seguito dal mitico RCA I'm the One, tuttora riferimento insuperato di un certo modo di realizzare un progetto musicale che mixa una matrice sonora di natura blues e soul con un sound e un respiro assolutamente d'avanguardia, ottenendo come risultato un lavoro di efficacia esplosiva.
Separatasi da Paul Bley, il nome di Annette comincia a circolare indipendentemente da quello del pianista canadese e soprattutto grazie all'apertura che Annette decide di dare ai propri orizzonti musicali raggiunge anche il pubblico del rock (è del '72 la sua partecipazione con Captain Beefheart al programma Review della BBC), mantenendo nel contempo un atteggiamento sempre genuinamente anticonformista (scalpore, ad esempio, fece il leggendario set in topless alla Town Hall di New York nello stesso anno). Affascinato dal personaggio, David Bowie inizia da allora a tentare di coinvolgerla nei suoi progetti (condividendo a quel tempo
anche lo stesso manager, Tony De Vries) fin da Alladin Sane, ricevendo sempre un cortese ma fermo rifiuto (corredato, peraltro, dall'esplicito invito ad andarsi ad imparare da solo il synth; il "Duca Bianco", signorilmente, le decreterà comunque un tributo citando espressamente "I'm the One" nel suo Hours del 1999).

Annette preferisce mantenere il controllo sulle sue produzioni e si iscrive alla famosa Julliard School dove trascorrerà un semestre per studiare composizione (per il resto è completamente autodidatta) trovando il tempo di collezionare una nuova prestigiosa collaborazione, come prima attrice olografica, ad un gallery show di Salvator Dalì a Broadway. Annette si trasferisce in Inghilterra e per quattro anni vive grazie alla "non intenzionale generosità di anonimi proprietari" (= occupandone locali sfitti) e riuscendo a continuare a pensare alla sua musica e alla giovane figlia avuta qualche anno prima (e curiosamente colta a sei anni in un affezionato quadretto familiar-musicale sull'ultima breve traccia di I'm the One). Dal 1976 Annette effettua performance in solo, una delle quali viene registrata da Brian Eno che le chiede anche di produrla (e ricevendo pure lui un cortese diniego, assieme al consiglio di andarsene a collaborare con David Bowie).

L'artista americana coinvolge nei suoi progetti molti musicisti di estrazione jazz, rock e progressive: Chris Spedding, Mick Ronson, Peter Lemer, Jim Mullen, Brian Godding, Pete La Roca, Evan Parker, Roger Turner, Bill Bruford (che le restituirà il favore chiamandola per due splendidi interventi nella sua opera prima, Feels Good to Me) sono solo alcuni nomi che partecipano ad una serie di session di respiro rock-rap che troveranno spazio tra il secondo lavoro X-Dreams e Been In The Streets Too Long (quest'ultimo uscirà con inediti qualche anno dopo). X-Dreams in particolare riscuote un certo successo di critica, dando un'immagine assolutamente enigmatica del personaggio. Nel successivo e ben prodotto commercialmente The Perfect Release (inciso avvalendosi di membri del gruppo di Jeff Beck) si delinea una precisa linea ideologica che mette a nudo l'assurdità di certi costumi sociali e sessuali, incentrando i testi su temi anche scomodi come distruzione del sistema ecologico, incesto, masturbazione, corsa sfrenata al guadagno a tutti i costi ( recita "American Sport" da Perfect Release) ed un atteggiamento ancora una volta cinico nei confronti della promiscuità e dell'uso delle droghe che mette una pietra sopra ad ammiccamenti comuni allora ed ispirati da certe ideologie degli anni '60.

Annette trascina in tribunale con successo l'etichetta discografica inglese Aura (che aveva pubblicato i due dischi precedenti) che si era permessa di rilasciare con Live in Paris una session non autorizzata registrata al mitico Bataclan di Parigi. Registrazione palesemente non concepita dall'Artista per farne un disco. Annette fonda una propria etichetta, la Ironicrecords (tutt'ora viva e vegeta, non più in Inghilterra ma oltreoceano) con cui mette col contagocce sul mercato dei lavori raffinatissimi e molto diversi l'uno dall'altro: Sky-Skating (1982) in solo - probabilmente il lavoro che più rispecchia quanto eseguirà in questo breve tour italiano - la già citata raccolta di inediti Been in the Streets Too Long con vari contesti e formazioni, I Have No Feelings (1986), parzialmente supportata in questo caso dal percussionista Roger Turner con cui suonò in Europa all'inizio degli anni '80, fino ad Abstract-Contact del 1988, disco di impronta squisitamente rap e con sezione ritmica martellante che segna l'inizio di un'assenza dalle scene discografiche durata ben dodici lunghi anni.

Nel 2000 la spunta finalmente la tenacia di Manfred Eicher, che l'ha rincorsa per trent'anni, realizzando per l'ECM l'acclamatissimo e raffinato An Acrobat's Heart, serie di composizioni per piano, voce e quartetto d'archi. Poco prima era stato pubblicato, per la stessa etichetta, un lavoro a lei completamente dedicato dalla pianista Marilyn Crispell (Nothing Ever Was, Anyway) con Annette presente alla voce in un solo brano a rileggere sue pagine, assieme all'ex-marito Gary. Siamo ormai nel 2005, ed imminente è l'uscita di un nuovo lavoro per la Ironicrecords US sulla linea artistica di X-dreams e Abstract-Contac che uscirà in edizione limitata (e che il fortunato pubblico italiano potrà prenotare direttamente ai concerti). È in cantiere comunque anche un prossimo progetto per la ECM, ancora in fase di realizzazione.

Donna ed artista straordinaria, la sua influenza sulle generazioni successive travalica generi e discipline artistiche: la sua "My Mother Never Taught Me How to Cook", ad esempio, fa parte della colonna sonora del film Chasing Amy di Kevin Smith (1997); un sample della sua "Survival" caratterizza "Tell 'Em Yu Madd" di Militant the Madd Rapper featuring Busta Rhymes, ed anche i celeberrimi Morcheeba inseriscono un tributo ad Annette in Back to Mine con il celeberrimo "Pony", pezzo forte con cui Annette aveva impreziosito, all'inizio della sua lunghissima e magnifica carriera, il suo primo disco I'm the One oramai pezzo da collezione non ancora ripubblicato su CD.

 

APPROFONDIMENTI EVENTUALI:
Annette Peacock website

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